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2 febbraio - Festa della Candelora (presentazione di Gesù al Tempio) / Întâmpinarea Domnului (prezentarea pruncului Isus în Templu)



Il giorno della Candelora (2 febbraio),ovvero la presentazione di Gesù al Tempio e della purificazione della Vergine, viene già nel lontano passato indicato come un giorno "di svolta" della stagione invernale. Popolarmente chiamata festa della Candelora, perché in questo giorno si benedicono le candele, simbolo di Cristo "luce per illuminare le genti".

Questa celebrazione liturgica cade a 40 giorni di distanza dal Natale e chiude il periodo delle celebrazioni natalizie.

"La Madonna Candelora dell'inverno semo fora, 
ma se piove o tira vento dell'inverno semo dentro;
 sole o solicello quaranta dì d'invernicello. "

In pratica, considerandolo come un giorno di metà inverno, se ne facevano pronostici per indovinare come sarebbe stata la rimanente seconda parte, calda oppure fredda, piovosa e nevosa oppure mite e soleggiata. Se neve o pioggia dall'inverno siamo fuori... se invece c'è sole o solicello siamo sempre a mezzo inverno.

L'orso della Candelora
La Candelora in alcuni luoghi viene chiamata "Giorno dell'orso". In questo particolare giorno, l'orso si sveglierebbe dal letargo e uscirebbe fuori dalla sua tana per vedere come e' il tempo e valutare se sia o meno il caso di mettere il naso fuori.
Un proverbio piemontese in questo senso recita: "se l'ouers fai secha soun ni, per caranto giouern a sort papì"
Ovvero, se l'orso fa asciugare il suo giaciglio (cosa che starebbe a indicare tempo bello per quel giorno) per quaranta giorni non esce più.
Un altro proverbio simile al primo, ma meridionale in questo caso, sostiene che se il 2 Febbraio il tempo è buono, l’orso ha la possibilità di farsi il pagliaio e quindi l’inverno continua.

In Romagna si dice:
 " Se piôv par Zariôla quaranta dè l'inveran in z'arnôva"
 "Se piove per la Candelora si rinnovano quaranta giorni d'inverno"

Altri detti :
Candelora (2 febbraio) in foglia, Pasqua in neve.
Candelora scura dell'inverno non si ha paura.
Candelora al solicello, siamo solo a mezzo inverno.
Se nevica per la Candelora, sette volte la neve svola.
Candelora, se tempesta se gragnola, dell'inverno semo fora.

I piatti tipici della Candelora rappresentano simbolicamente la festa della luce, il passaggio dall’inverno alla primavera e quindi alla vita con i suoi primi doni. 
Per questo le ricette sono soprattutto a base di latte e uova. 
Perciò tanti piatti a base di latte e uova, nel Sud Italia soprattutto con ricotta e formaggi freschi, dalle pitte maniate ai chinulilli alle polpette di vario tipo.

In Toscana, l'usanza in questo giorno e come è di tradizione , in molte famiglie , è quello di preparare i famosi cenci fritti di Carnevale. 

In Abruzzo, a Teramo le crêpes, meglio chiamarle “scrippelle”, sono delle sottili frittelle di farina, acqua e uovo mangiate come primo piatto, annegate nel brodo....quindi in versione salata.           


 

Festa della Candelora nel mondo 

Chandeleur- Francia 

In Francia si usa tradizionalmente festeggiare questo periodo con la preparazione del dolce tipico della Chandeleur, ovvero le crépes (dolci o salate) , che pare siano state elette a dolce simbolo per la loro forma tonda che ricorda il disco solare, la "luce". In realtà questa giornata è ormai parte della tradizione popolare e la si trova anche slegata dalla festa religiosa, un pò come da noi in Italia il panettone lo mangiano anche coloro che non festeggiano il Natale inteso come festa religiosa.

La tradizione vuole che si preparino le crêpes, tenendo nella mano con cui si scrive una moneta e che si girino facendole saltare in padella con l’altra mano. Questa veniva poi arrotolata dentro alla crêpe e portata in processione da tutta la famiglia fino alla camera da letto dove veniva messa sopra un armadio fino all’anno seguente. Si recuperavano i resti della crêpe dell’anno precedente e si dava la moneta al primo povero che passava.Se tutti i riti venivano rispettati, la famiglia era sicura di avere soldi tutto l’anno e chi faceva saltare perfettamente la crêpe senza farla cadere e senza arrotolarla, si assicurava la felicità fino alla prossima Chandeleur.

informazioni e foto prese da web


A Monticello (Valle Mesolcina -Svizzera) , nella prima domenica di febbraio, si prepara la torta di pane di Candelora.




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Groundhog Day - Stati Uniti e Canada 

Negli Stati Uniti e nel Canada il 2 febbraio festeggiano il Giorno della Marmotta (Groundhog Day)
Anche questa ricorrenza ha origine da credenze associate con la Festa della Luce (il Candlemas Day). La tradizione vuole che in questo giorno si debba osservare il rifugio di una marmotta. Se questa emerge e non riesce a vedere la sua ombra perché il tempo è nuvoloso, l’inverno finirà presto; se invece vede la sua ombra perché è una bella giornata, si spaventerà e tornerà di corsa nella sua tana, e l’inverno continuerà per altre sei settimane.
La tradizione americana dice:
“If Candlemas Day is bright and clear, there’ll be two winters in the year”, cioè:
“Se alla festa della luce il cielo è limpido, ci saranno due inverni nell’anno”.


informazioni e foto prese da web
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rumeno/romana

Întâmpinarea Domnului este o sărbătoare crestină, ortodoxă si catolică ,care se sarbatoreste pe 2 februarie. Continutul sărbătorii se referă la prezentarea pruncului Isus în Templu

In Italia, in ziua de Întâmpinarea Domnului (Presentazione di Gesù) pe 2 februarie, corespunde cu sarbatoarea popular numita "Festa della Candelora" , menționată ca o zi de "punct de schimbare" a sezonului de iarnă.
In această zi se binecuvânteaza lumânări, un simbol al lui Hristos, " lumină pentru revelație a neamurilor". Această celebrare liturgică cade la 40 de zile distantă de la Crăciun si  încheie perioada de sărbători de Crăciun.
În practică, considerând-o ca o zi în mijlocul iernii, se fac previziuni cum va continua timpul pentru restul iernii. În cazul în care este zăpadă sau ploaie ...timp urat ,practic iarna este pe sfasite iar  în cazul în care este soare frumos sau soare palid, suntem inca în mijlocul iernii.

La festa della Candelora  în unele regiuni se numeste "Ziua ursului." În această zi deosebită, ursul s-ar trezi din hibernare si ar iesi afară din vizuină pentru a vedea cum este timpul, să evalueze dacă este oportun să iasa afară definitiv sau nu.

În Franța, exista tradiția populară numita "Chandeleur" .In aceasta perioada se pregatesc tot felul de crêpes (clatite dulci si sarate) .De ce crêpes ? Au fost alese ca simbol pentru forma lor rotundă, care aminteste de discul solar, asociat la "lumina".


În Statele Unite si Canada, tot pe 2 februarie se sarbatoreste "Groundhog Day"- Ziua Marmotei. Tradiția spune că în această zi ar trebui să se urmareasca refugiul marmotei. În cazul în care ea apare din vizuina iar vremea afara este urata , cu siguranta nu isi vede umbra ei , atunci iarna se va încheia în curând. In cazul în care ea iese afara din vizuina pentru că este o zi frumoasă cu soare , se poate speria vazand umbra ei...si asa se intoarce in vizuina iar iarnă va continua pentru încă sase săptămâni.

I tre “Giorni della Merla” 29,30 e 31 gennaio , l'ultimo freddo dell'anno


Gli ultimi tre giorni 29, 30 e 31 gennaio sono considerati i giorni più freddi di tutto l'inverno,vengano ricordati come i "Giorni della Merla".

"Durante l’inverno, per ripararsi dal freddo a causa di un’abbondante nevicata, i merli si erano spostati sotto una grondaia. Il cibo mancava, allora, un giorno, il papà merlo decise di allontanarsi per cercarne un po’, lasciando sola la merla, a protezione dei piccoli della nidiata. Proprio la merla, a causa delle temperature sempre più fredde, decise di spostare il nido in un tetto vicino, dove fuoriusciva il fumo di un camino da un comignolo. Tre giorni dopo tornò il merlo, che a fatica riuscì a riconoscere la merla e i tre piccoli, diventati completamente neri a causa della fuliggine. Da allora in poi i merli nacquero tutti neri e gli ultimi tre giorni di gennaio iniziarono ad essere chiamati: Giorni della Merla."

"Il merlo, Turdus merula, è un uccello che in Italia tende a non migrare rimanendo in loco per tutto l'inverno. Anticipando le prime avvisaglie di primavera, il canto del merlo può essere ingannatorio: non sempre infatti segnala che il caldo si stia realmente avvicinando."

Particolarmente diffusa nella Pianura Padana, lungo il Po, la leggenda del merlo appare anche in una citazione dantesca sempre in riferimento alla morale della leggenda che vede l'uccello ingannato dal clima rigido di gennaio.


Proverbi.... 
“Se i giorni della Merla vuoi ben passare, pane, polenta, maiale e fuoco del camino per scaldarti”.
“Se i giorni della Merla sono freddi, la primavera sarà mite. Se invece sono caldi, la primavera arriverà in ritardo”.
“Quand canta al mérel, a san fóra dl’invéren” (Quando canta il merlo, siamo fuori dell’inverno).


Gennaio fu impertinente con una merla intelligente. 
Lui era corto un tempo lontano ma non volendo dare una mano ad una merla che seppe arrangiarsi, ecco che vide i suoi giorni allungarsi. 
Chi concesse alla merla i tre giorni? Febbraio! 
Era della merla nei dintorni, alle suppliche non seppe resistere e così gennaio si allungò per magia di ben tre dì!
 
(info web) 
Nel video potete sentire la leggenda de "I giorni della merla", raccontata per la festa a Moggio (LC).


 



Piada dei morti



In Romagna la Piada dei Morti inizia ad essere cucinata a metà ottobre e per tutto il mese di novembre.
E' un dolce semplice, un pandolce con uvetta e frutta secca, adatto ad essere gustato per colazione o dopo pasto con un buon bicchiere di vino.
Ha questo nome perché di solito si cucina nel periodo vicino alla Festa dei morti (2 novembre).
Esistono varie versioni, questa è la mia. La ricetta presa da qui ,è modificata.

Ingredienti:
200 g.di farina manitoba
80-100 g. di farina 00
1 uovo
60 gr. di zucchero
60 ml. latte intero
60 ml. olio di semi di girasole
20 g. di lievito di birra fresco
uvetta q.b.
1 bustina vanillina
1 pizzico di sale
glassatura 
1 uovo
noci, mandorle, pinoli ,uvetta

Procedimento:
Sciogliere il lievito di birra nel latte appena tiepido con un cucchiaio di zucchero. Aggiungere il resto dello zucchero, l'olio, uovo, un pizzico di sale, vanillina e la farina setacciata per ultima. Potete usare solo farina  00. Se vi piace più dolce aggiungete del'altro zucchero. Non mettere dall'inizio tutta la farina, ma poco alla volta.
A volte la farina (dipende quale tipo usate) assorbe di più e l'impasto finale esce troppo duro. Lavorare il composto fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico ...leggermente molle.
Mettere l'impasto a lievitare (coperto) in un luogo caldo per 2 ore circa. Impastare nuovamente, aggiungere l’uvetta. Mettere su teglia da forno con carta da forno volendo anche oleata. Schiacciare con le dita della mano fino ad ottenere dei dischi spessi di circa 2-3 cm.
Guarnire con noci,  mandorle, pinoli o uvetta.  Spennellare la superficie con l'uovo. Lasciare lievitare per massimo un oretta. Cuocere in forno già caldo, a 180° per 30-40 minuti. Fate prova stecchino.

Altre ricette dei dolci che si preparano per il periodo che precede la Commemorazione dei morti ; coliva ( dolce tipico della tradizione rumena) e fave dei morti.










Pastiera salata - Tartă sărată pascală italiană




Quest'anno per la Pasqua ho preparato(oggi) la pastiera ...ma quella salata. La pastiera dolce lo fatta altre volte, ricetta qui  . Per la pastiera salata, ho trovato una ricetta in rete e lo cambiata a modo mio. Prima di lasciarvi alla ricetta, vi voglio fare i miei auguri per domenica. Spero che questo santo giorno porti pace e serenità  per tutti voi.Auguri di una Pasqua serena e piena di armonia .
                                                   





Pastiera salata 


Ingredienti: 
frolla salata 
300 g. di farina 00
130 g. di burro
1 uovo
un pizzico di sale
acqua fredda q.b.
 ripieno
250 g. di ricotta di pecora
250 g.di ricotta di mucca
100. g scamorza affumicata 
80 g. salamini (Beretta) o salame tipo Napoli
80 g.di formaggio Maasdammer
300 g. di grano per pastiera già cotto
50 g. grana (parmigiano,pecorino) grattugiato
2 uova

Procedimento:
Lavorate il burro con la farina, un pizzico di sale e l'uovo. Lavorate e aggiungere un po' di acqua fredda per compattare l'impasto. Risulterà un impasto abbastanza sodo non troppo elastico. Formate un panetto non molto alto ,avvolgete nella pellicola e mettete in frigo almeno 30 minuti. Scolate bene la ricotta ,se c'è bisogno. Tagliate la scamorza ,il formaggio Maasdammer e il salame a quadratini . In una ciotola mettete la ricotta, il grano cotto,i formaggi e il salame tagliati a cubetti .Aggiungete la grana grattugiata e le uova. Mescolate tutto bene e aggiustate di sale. Prendete la frolla lavoratela leggermente e stendetela con il mattarello. Tenete da parte un po' d'impasto per fare le strisce che si mettono sopra la pastiera. Io lo stessa direttamente su un foglio di carta da forno(dove ho segnato le dimensioni della teglia,inclusivo i bordi) .La sfoglia stessa sopra la carta da forno lo messa direttamente nella teglia tonda da 22 cm. o da 24 cm. se la volete più bassa. Farcite con il ripieno di ricotta ,grano ,formaggi e salame. Con la frolla avanzata, fate delle strisce e sovrapponetele facendo delle losanghe. Spennellate sopra con l'uovo . Cuocete in forno (già riscaldato) a 180° per circa 45-50 minuti..dipende dal vostro forno. Quando sopra diventerà dorata , allora è pronta.




Ricette pastiera dolci:

Pastiera classica napoletana : https://agendadinico.blogspot.com/2008/03/pastiera-napoletana_27.html


















Anul acesta pentru Paste (eu il sarbatoresc pe cel catolic) am facut aceasta tarta sarata pascala numita "pastiera"  ,tipica din sudul Italiei (reg. Campania) . Exista si versiunea dulce de la acest preparat traditional italian.  Daca va intereseaza reteta de la pastiera napoletana (dulce), o gasiti aici

Un gand bun tuturor, la multi ani de Florii ....si un  Paste fericit! 


Ingredienti:
aluat tarta sarat 
300 g. faina 00
130 g. unt
1 ou
un varf de sare
apa rece
umplutura 
250 g. di ricotta de oaie
250 g.di ricotta de vaca
100. g scamorza/cascaval afumat
80 g. salam mai uscat
80 g. branza Maasdammer
300 g. grau fiert
50 g. branza rasa grana (parmigiano, pecorino)
2 oua

Mod de preparare:
Faceti un aluat din unt ,faina si un varf de sare, adaugati apa cat este necesar sa se lege, nu mult. Rezulta un aluat nu prea elastic. Se pune aluatul la rece in frigider, minim 30 minute, acoperit cu o folie. Se scurge ricotta daca este nevoie. Se taie cascavalul ,branza Maasdammer si salamul in cuburi . Se amesteca intr-un castron ricotta , cuburile de branza si salam ,ouale si branza rasa. Daca este nevoie sarati putin. Se tine deoparte putin din aluat. Restul se intinde pe o planseta cu facaletul , pe o hartie de cuptor . Eu am facut semn pe foaie cat era de mare tava , inclusiv bordura. Se pune aluatul intins pe foaie direct in tava rotunda de diam. 22 cm sau 24. cm daca vreti sa iasa mai joasa tarta . Umpleti tarta cu umpluta de ricotta ,branza si salam . Se intinde bucatica de aluat tinuta deoparte , se taie in fasii ,se pune deasupra sub forma de grilaj. Se ung fasiile cu ou . Se coace in cuptorul incalzit la o temperatura de 180 ° circa 45- 50 minute. (depinde si de cuptorul vostru ) Cand devine aurie deasupra este gata. Se lasa sa se raceasca ,apoi se serveste.

Fave dei morti



In questo periodo si trovano nei negozi le fave dei morti . Le fave dei morti conosciute anche come "dolci dei morti" sono biscotti alle mandorle e variano dal croccante al morbido, realizzati nel periodo che va da ottobre a novembre, specialmente in occasione della Commemorazione dei Defunti , il 2 novembre.
L'origine è molto antica, erano dei doni dolcissimi che servivano a placare gli animi dei morti. Un modo di ricordare chi ci manca e non c'è più.
Questi dolci sono presenti, con poche varianti, quasi ovunque nella penisola italiana ( Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Friuli, Marche, Umbria, Lazio) .A Trieste vengono prodotte le favette dei morti, leggermente più piccole delle fave e colorate in tre colori: bianche (naturali), rosa (con alchermes o colorante roso ) o marroni (con cacao).
Ricetta presa da qui , leggermente modificata. Per chi domani festeggia Halloween ,vi lascio due ricette: dita di stregadolcetti ragno.



Fave dei morti 
Ingredienti:
-150 g.di mandorle pelate 
-100 g. di zucchero a velo
-1 albume
-2 cucchiai di farina
-estratto o aroma di mandorla ,vaniglia...

In una ciotola mescolate bene le mandorle tritate molto fine con lo zucchero a velo. Aggiungete l'albume e un po' di estratto di mandorle (io vaniglia) e impastare bene, fino che diventa un composto omogeneo.
Si formano dei piccoli cilindretti (vedi foto) che si schiacciano leggermente con le dita ,per dare la forma delle fave. Cuocete a 150 °( forno già riscaldato) circa 15-20 minuti.









In anumite regiuni din Italia ,in luna noiembrie si chiar o parte din octombrie se gasesc in magazine aceste fursecuri (biscuiti) cu numele de "fave dei morti" ; traducerea : fave = bobi (leguma) ...deci bobi de morti .
 Se mai cunosc si sub numele de "dulce al mortilor". Se prepara si in casa in special cu ocazia zilei comemorării mortilor din 2 noiembrie. Reteta lor de baza este cu migdale maruntite, zahar, ou (sau doar albus), arome, eventual si faina, unt...etc Forma lor este putin ovala sau rotunda. Aceste fursecuri au mici variatii, aproape peste tot in peninsula italiană. In anumite regiuni se fac si colorate. Adaugand cacao in compozitie ies de culoare maronie sau o picatura de colorant alimentar rosu ies de culoare roz. Pot fi ca textura moi sau mai crocante, depinde de reteta. Originea este foarte veche, erau considerate daruri dulci pentru sufletele mortilor. O modalitate placuta de a ne aminti de cine numai este printre noi . Acestea facute de mine au iesit mai crocante. Va pot spune ca se aseamana destul de mult la gust cu pricomigdalele.


Fave dei morti
ingrediente:

150 gr migdale dulci fara pielita
100 g. zahar pudra
1 albus
2 linguri de faina
aroma de migdale sau vanilie

Se macina bine migdalele in blender. Se amesteca intr-un bol faina de migdale, faina si zaharul .Se adauga albusul asa cum este fara sa fie batut si aroma .Se amesteca bine cu o lingura apoi cu mana se lucreaza, pana devine un aluat compact, omogen. La nevoie se pune o picatura de lapte. Se pune pe planseta si din aluat se face un rulou potrivit de mare care se taie in bucatele, in cilindri. Se ia o bucata si se impinge usor cu degetele pe ea (vezi poza) ..asa se turtesc nitel, dand forma asemantoare de bob. Sau puteti face din aluat o bila cat o nuca ceva mai mare apoi o turtiti usor. Se coc in cuptorul deja incalzit la o temperatura de 150° ,circa 15-20 minute. Mi-au iesit 17 bucati.









23 Aprile San Giorgio / 23 Aprilie Sfântul Gheorghe



Oggi è San Giorgio! Auguri a tutti quelli che si chiamano Giorgio o Giorgia.

San Giorgio è stato, secondo una consolidata e diffusa tradizione, un martire cristiano, venerato come santo megalomartire da quasi tutte le Chiese cristiane che ammettono il culto dei santi. 
Data di nascita: 280 d.C., Lod, Israele Data di morte: 23 aprile 303 d.C., Nicomedia, Turchia.

La sua festa presso molte popolazioni del mondo rurale mediterraneo, rappresenta la rinascita della natura e l’arrivo della Primavera, il Santo ha ereditato le funzioni di una più antica divinità pagana connessa con i culti solari: San Giorgio che sconfigge il Drago è diventato il dio solare che sconfigge le tenebre.
 La sua storia è codificata nel XIII secolo da Jacopo da Voragine nella “Leggenda Aurea” ma se ne conoscono poi innumerevoli varianti. E’ considerato protettore, con San Sebastiano e San Maurizio, dei cavalieri e dei soldati, viene invocato contro i serpenti velenosi, la peste, la lebbra e, nei paesi slavi, contro le streghe. Nel Medioevo e nel Rinascimento frequenti erano le lotte tra cavaliere e drago drammatizzate in sacre rappresentazioni.
Nel “Liber Notitiae Sanctorum Mediolanii” si racconta che San Giorgio visse in Brianza. Un drago imperversava da Erba fino in Valassina: quando ebbe divorato tutte le pecore di Crevenna, la gente del paese cominciò a offrirgli i giovani del villaggio, estratti a sorte.
Tra le vittime designate c’era anche la principessa Cleodolinda di Morchiuso, che fu legata ad una pianta di sambuco. San Giorgio giunse in suo soccorso e, per ammansire la belva, le gettò tra le fauci alcuni dolcetti ricoperti con i petali dei fiori del sambuco. Il drago, docile come un cagnolino, seguì tranquillamente Giorgio fino al villaggio; qui, di fronte al castello, il Santo lo decapitò con un solo colpo di spada, e la testa del mostro rotolò fino al Lago di Pusiano.

In ricordo dell’avvenimento il giorno di San Giorgio, in Brianza si preparano i “Pan mej de San Giorg”, o pan meinodolci (una sorta di biscotto rustico) con  farina gialla e bianca, latte (non tutte le ricette prevede) , burro e anche fiori essiccati di sambuco. 
La ricetta fatta da me lo trovate qui .






Tradizioni - "Il verde Giorgio" 
Gli slavi della Carinzia festeggiano San Giorgio il 23 di aprile, decorando un albero, tagliato alla vigilia, e portandolo in processione, tra canti e musica, assieme con un fantoccio, ricoperto dalla testa ai piedi di rami di betulla al quale si da’ il nome di “Il Verde Giorgio”. Il fantoccio si gettava in acqua con un rito propiziatorio per la pioggia. In Transilvania, in Romania ed in Russia il Verde Giorgio porta in mano una fiaccola accesa e nell’altra un dolce, fatto di latte, farina ed uova.

Patrono di Portofino (Ge) dove ogni anno il 23 aprile viene acceso un grande falò propiziatorio per la nuova stagione.

Preghiera a San Giorgio
O San Giorgio, a te mi volgo per chiedere la tua protezione. Ricordati di me, tu che hai sempre aiutato e consolato chiunque ti ha invocato nelle proprie necessità. Animato da grande confidenza e dalla certezza di non pregare invano, ricorro a te che sei così ricco di meriti davanti al Signore: fa che la mia supplica giunga, per tua intercessione, al Padre della misericordia. Benedici il mio lavoro e la mia famiglia; tieni lontani i pericoli dell'anima e del corpo. E fa che, nell'ora del dolore e della prova, io possa rimanere forte nella fede e nell'amore di Dio.

Fonte:web


"La notte delle streghe" di San Giovanni in Marignano (RN)


LA NOTTE DELLE STREGHE
La notte di San Giovanni Centro storico, piazza e vie adiacenti San Giovanni in Marignano (RN)



La manifestazione “La Notte delle Streghe” di San Giovanni in Marignano (provincia di Rimini)  giunge quest’anno con enorme successo alla sua XXV, edizione in programma dal 19 al 23 giugno 2013 . Anche quest’anno si alzerà il sipario sulla manifestazione, per cinque giorni di impedibili spettacoli di artisti italiani e stranieri, anteprime, eventi, spettacoli di strada, maghi, giocolieri, mimi, musicisti, animatori, mangiafuoco… Chi passeggia per le vie del borgo durante le serate della manifestazione, può assaporare l’alchimia del mercatino magico, con i suoi prodotti artigianali, le essenze, i gusti, i manufatti e gli unguenti a base di erbe, e contemporaneamente degustare le proposte enogastroniche di ristoranti ed associazioni locali e, come ogni anno, salutare l’arrivo dell’estate nella Riviera Romagnola ricordando riti e tradizioni folcloriche propiziatorie e concludere la manifestazione con il tradizionale ed evocativo “Rogo della Strega” nell’Alveo Ventena che si svolgerà alla mezzanotte del 23 giugno.
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La manifestazione affonda le sue radici nella più antica ritualità legata agli astri ed al ciclo agrario. Nel corso della storia alla festa pagana del solstizio d'estate, via via condita in Romagna di superstizioni e ritualità popolari, si legò la celebrazione religiosa di San Giovanni, il santo patrono da cui il paese prende il nome. Secondo i proverbi popolari in questa notte “tutto può accadere e a tutto si può rimediare”. Per questo alla festa si associano tante superstizioni, al punto che la notte di San Giovanni è tradizionalmente conosciuta come la Notte delle Streghe, all'insegna del folclore e della superstizione. La tradizione vuole infatti che in questo particolare momento astrale le streghe si radunassero nei crocicchi della strade per espletare i loro sortilegi, dal momento che a loro volta erano favorite dalle speciali potenzialità dell’acqua di San Giovanni. La leggenda vuole inoltre che Artemisia, la strega buona della Valconca, abitasse a San Giovanni in Marignano, luogo di streghe, inganni e superstizioni fin dal Medioevo.



Artemisia, conosciuta come la strega buona della Valconca, prende il suo nome dalla nota pianta color rosso sangue. Da alcune testimonianze sembra che la strega sia vissuta intorno all’800, quando divenne famosa per il Rito dell’Olio contro il malocchio e per l’esercizio della magia buona in contrapposizione alla vicina nemica, la Strega del Foglia che, in cambio dei benefici, richiedeva il sacrificio di bambini.
Leggenda vuole che Artemisia fosse anche un’esperta interprete dei tarocchi e, nelle notti d’estate, molti ricorrevano ai suoi poteri per propiziarsi l’amore, la salute ed il benessere.
L’antico rito dell’olio
Il rito prediletto dalla strega Artemisia era appunto il rito dell’olio, da praticarsi nelle sole notti di luna piena per scoprire se la persona interessata avesse o meno subito il malocchio. Il rito è caratterizzato simbolicamente dal numero sette. Posta una scodella o un piatto da cucina con dell’acqua sulla testa dell’interessato, si versano sette gocce d’olio e, a seconda della conformazione che assumono, permettono di dedurre se la persona abbia o meno subito il malocchio. Per allontanare il malocchio, una volta gettata via l’acqua si eseguono sulla testa sette croci con un ramoscello d’ulivo benedetto, ripetendo la formula ed il rito fino a che le gocce non restano intatte al contatto con l’acqua.


Periodo di svolgimento: 
dal 19/06/2013 al 23/06/2013 
Orario: dalle 21.00 alle 24.00 


Ingresso: gratuito 

Programma: Per cinque giorni dal tramonto fino a notte fonda artisti italiani e stranieri, spettacoli di strada, maghi, musici, chiromanti, fachiri e giocolieri si avvicenderanno riempendo di alchimia tutto il paese, in una manifestazione giunta con successo alla sua XXV edizione.
 La kermesse degli artisti sarà allietata anche dal mercatino magico, ricco di prodotti artigianali, essenze, manufatti ed unguenti a base di erbe. Si potranno inoltre assaggiare menu a tema proposti da ristoranti ed associazioni locali e come ogni anno salutare l’arrivo dell’estate ricordando riti e superstizioni della tradizione e concludere la manifestazione con il tradizionale e propiziatorio “Rogo della Strega” nell’Alveo Ventena.


San Giovanni in Marignano e’ facilmente raggiungibile con vari mezzi di trasporto.
In Auto: Autostrada A14, uscita Cattolica – San Giovanni – Gabicce.
In Aereo: Aeroporto Internazionale “Federico Fellini”, collegato alla stazione FS di Rimini con il bus n. 9 ogni 30 minuti.
In Treno: linea Bologna – Ancona, stazione di Cattolica – San Giovanni – Gabicce.
In Autobus: Agenzia Tram Servizi Rimini, Linea 134 dalla stazione di Cattolica.
Sito ente:  http://www.comune.san-giovanni-in-marignano.rn.it   


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foto prese da web-precedenti edizioni 
piazza Silvagni San Giovanni in Marignano 









PUNTI INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

Comune di San Giovanni in Marignano (Informazioni) Piazza Silvagni 12 - 47842
San Giovanni in Marignano (RN)
- Tel: ++39 0541 828165 - 828124 - Fax: ++39 0541 828182
Orario giorni feriali: 08.00 - 14.00
Orario giorni festivi: chiuso
 turismo@marignano.net


Tradizioni di Pasqua / Traditii de Paste

Rispondo in ritardo...purtroppo per mancanza di tempo, alla richiesta di Cristina's blog...raccontare le tradizioni (culinare e non) pasquale ,nella zona dove ogni uno di noi viviamo.
La Pasqua è passata ma le tradizioni rimangono..dunque!

Io vivo in Romagna (Emilia-Romagna), tra Cesenatico e Rimini e dalle nostre parti come tradizione ,alla mattina di Pasqua si mangia la ciambella e le uova sode (portate in chiesa a benedire il giovedì o sabato). A uova e ciambella si aggiunge ma non dappertutto, il salame. Meglio se tutto e accompagnato da buon vino.
La ciambella romagnola (senza buco) viene sostituita in alcune zone dalla pagnotta pasquale ghiotta e famosa quella di Pennabilli o Sarsina , ma è dolce ben diffuso anche a Cattolica. Nelle aree di maggior influenza marchigiana e sostituita dalla crescia di Pasqua che sicuramente meglio si sposa con il salame, essendo salata.
La crescia infatti non è dolce: è una focaccia a base di formaggio, ricca, profumata e gustosa. L’impasto di pagnotta pasquale è composto da farina di grano, zucchero, strutto o margarina, uova, buccia di limone grattugiato, vaniglia, lievito di birra e uva secca.
A pranzo non deve mai mancare agnello con le patate, la colomba o il uovo di cioccolato.
La colomba , diventò il dolce simbolo della Pasqua italiana solo nei primi decenni del Novecento e l'uovo di cioccolato più tardi.



ciambella romagnola


agnello e patate -miel cu cartofi


pagnotta pasquale di Sarsina




uova di cioccolato
colomba


>>>foto prese dal web <<<

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* Una tradizione particolare , nel paese di Fiorenzuola d'Arda, in provincia di Piacenza (Emilia-Romagna) si chiama la ponta e il cull.

La festa prevede la partecipazione di moltissime persone e prende il nome dalle due estremità dell'uovo. La ponta e il cull è un'originale prova di abilità, durante la quale si utilizza una grande quantità di uova sode.
Durante la festa, le strade e le piazze della città sono invase da uomini e donne di tutte le età che si sfidano in una divertente battaglia. I giocatori si sfidano a due a due, muniti di un uovo sodo (colorato o no) le cui estremità vengono chiamate “ponta” (la punta) e “l’cull” (il fondo).
Si inizia facendo punta contro punta e, se questa si rompe, si fa fondo contro fondo. Se l’uovo si rompe da entrambe le parti, lo si cede al vincitore che passa a sfidare un altro concorrente.

* Anche in Romania esiste la tradizione simile...proprio alla tavola di Pasqua.

Si rompono le uova ,di solito solo in punta e il vincitore ...per dire... è quello che ha rotto le più uova. Le uova sono sempre colorate , esiste nei negozi colori speciali per colorare le uova.
Prima di rompere l'uovo si dice " Cristo e risorto! ...e l'altro risponde " vero, Cristo è risorto" . Un piccolo inconveniente... il vincitore alla fine non riesce a mangiare neanche un uovo sodo ...perché il suo non si rompe mai.

la ponta e il cull


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Din lipsa de timp ,raspund cu intarziere la invitatia Cristinei-Cristina's blog, care a propus sa descriem care sunt traditiile de Paste din tara(zona) in care traim.
Pastele a trecut dar traditiile raman ...deci!

Regiunea in care locuiesc eu se numeste Emilia-Romagna ,locuiesc intre Rimini si Cesenatico, teritoriu care apartine de Romagna.

In dimineata de Paste este traditional sa se manance , ciambella romagnola (un dulce preparat cu oua, lapte, zahar, faina, unt/margarina, praf de copt) si oua fierte care se sfintesc in biserica joia sau sambata. In anumite zone se obisnuieste sa se manance si salam ...bineinteles impreuna cu un pahar de vin bun.
In anumite zone( Pennabilli,Sarsina o Cattolica) ,in loc de ciambella se prepara o painica pascala (pagnotta), cu ingrediente ca :faina de grau, zahar,untura sau margarina, oua, coaja de lamie,vanilie, drojdie de bere si stafide.
In alte zone (cele aproape de regiunea Marche), se prepara la crescia ,o specie de painica(foccacia) sarata gustoasa, in care se pune branza rasa ca parmigiano.
La pranz nu trebuie sa lipseasca de pe masa, miel cu cartofi la cuptor, colomba (dulce facut sub forma de porumbel din faina, oua, zahar,drojdie de bere, vanilie...acoperit in general de zahar si migdale sau ciocolata)sau ouale de ciocolata.
Acest dulce "colomba" a devenit un dulce traditional italian de Paste, abia de prin primele decenii ale lui 1900. Ceva mai tarziu , au aparut si ouale de ciocolata.
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* O traditie particulara (pentru Italia) in regiunea Emilia-Romagna , in localitatea Fiorenzuola d'Arda (Piacenza) , se numeste la ponta e il cull . La ponta e il cull...adica cele doua extremitati ale oului. Pe strazi, persoanele se intrec intre ele , ciocnind ouale intre ele (colorate sau nu). Intai cu varful, apoi cu fundul oului...si cine are oul rupt la ambele extremitati (deci a fost batut) il ofera castigatorului.

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